venerdì 25 marzo 2016

La voce di S.



Ciao a tutti!

Volevo condividere con voi una parte di storia di S., una tenace ragazza che ha il sogno nel cassetto: trasferirsi in Florida.
Questo articolo da lei scritto risale "ormai" all'anno scorso, ovvero a Novembre 2015.
Al momento la storia di S. ha uno sviluppo, ovvero qualche mese fa ha compilato e inviato la documentazione necessaria per richiedere un Visa E2. Good luck!
Sembra pero che i tempi si siano davvero allungati rispetto a 2 anni fa, tra il 2013 e il 2014, quando noi abbiamo avviato la ns richiesta. Qui trovate il nostro percorso e preparazione.

Sto preparando, o finendo di scrivere alcune considerazioni sulla nostra esperienza con l'avvocato dell'immigrazione...stay tuned.

Ecco qui cosa scrive S, con la speranza di avere un sequel oltre oceano!

Premetto che, mentre scrivo questa mia testimonianza, sto ancora lavorando al mio visto per potermi trasferire negli USA, un Paese che amo da sempre e dove mi sento “a casa”, nonostante non sia perfetto e abbia le sue contraddizioni… Ma d’altra parte, al cuor non si comanda! :-)

Dopo aver passato anni e anni (più di tredici) a cercare di trovare un modo legale per emigrare e a partecipare ogni anno alla DV Lottery, all’inizio di quest’anno (2015) ho consultato diversi immigration attorney della Florida, stato in cui vorrei andare a vivere, e uno di loro mi ha detto che avrei avuto delle buone possibilità di ottenere il visto L-1A, con il quale avrei potuto aprire una sede negli USA della mia ditta italiana. 
Non mi è sembrato vero! 
L’ho ingaggiato, gli ho corrisposto un anticipo pari a quasi la metà del suo compenso di $ 5.000 e ho cominciato a preparare la documentazione che lui mi ha richiesto. Dopo un paio di mesi lui mi dice che devo aprire una società negli USA e che per questo devo avvalermi di un business attorney, che dovrò pagare a parte, cosa che inizialmente non mi aveva detto. Mi mette in contatto con un business attorney che lavora presso il suo stesso studio di avvocati e mi viene consigliato di aprire una corporation anziché una LLC. La tariffa del business attorney è di $ 1.500! 
Accusato il colpaccio, pago e continuo a fornire documentazione. Passano le settimane e il mio immigration attorney non si fa sentire. Sollecito più volte un aggiornamento in merito alla pratica e lui temporeggia. Fino a quando non si fa proprio più sentire e… vengo a scoprire che nel frattempo ha smesso di lavorare per quello studio ed è come “scomparso”! Durante quel suo silenzio, peraltro, avevo cominciato a dubitare che quel visto facesse davvero al caso mio, anzi nostro, dato che sono in società con mio marito, e avevo domandato a una decina di altri avvocati che cosa ne pensassero. Tutti loro mi hanno detto che, per come è strutturata la nostra società italiana, non avremmo mai ottenuto il visto L-1A! 
Vi lascio solo immaginare il mio stato d’animo… Tanti soldi e tanto tempo sprecati (nel frattempo erano trascorsi più di sei mesi da quando avevo ingaggiato quell’avvocato), per non parlare del fatto che non avevo più davanti a me la prospettiva di potermi trasferire nella mia amata America. L’unica nota positiva è che, dopo aver contattato lo studio per cui il mio ormai ex immigration attorney lavorava e aver spiegato la situazione ai titolari, loro hanno accettato di rimborsarmi l’anticipo che io gli avevo corrisposto! Purtroppo però non si poteva fare niente riguardo al compenso del business attorney, dato che lui il suo lavoro l’aveva svolto (peccato che, mesi dopo, sono venuta a sapere che avrei fatto meglio ad aprire una LLC anziché una corporation…).

Sconforto totale. Il mio sogno sembrava svanito… Fino a quando, un paio di mesi dopo, conosco una connazionale emigrata a Orlando, Florida, un paio di anni fa e mi faccio raccontare da lei il suo percorso. Mi spiega di aver conosciuto un immigration consultant (non un avvocato, dunque, ma un consulente) che l’ha aiutata a ottenere un cambio di status da B-2 a E-2. Questa coraggiosissima italiana, infatti, aveva fatto un salto nel buio trasferendosi in Florida con marito e figlioletta con in mano un semplice B-2 (visto turistico valido sei mesi) e con l’idea di trovare poi un modo per rimanere in America. E l’ha trovato tramite questo immigration consultant che, avendo lei deciso di rilevare una piccola trattoria senza neanche spendere chissà quale cifra, le ha fatto fare il cambio di status e ottenere il visto E-2. Riprendo a sperare, contatto anche io l’immigration consultant, gli spiego di cosa ci occupiamo in Italia e lui mi dice che anche per noi non ci dovrebbero essere problemi. Oltretutto la sua tariffa è anche inferiore a quella di un immigration attorney ed è molto preparato, oltre al fatto di poter contare su dieci anni di esperienza e vantare più di 600 clienti soddisfatti.

Questo consulente cerca di convincermi a fare anch’io quello che hanno fatto gli altri, ossia trasferirmi negli USA col visto B-1 o B-2 e richiedere il cambio di status. Io però, per come sono fatta, preferisco tenere quello come piano di riserva (o meglio, come ultima spiaggia) e provare a richiedere il visto E-2 dall’Italia. Se fossi stata single ci avrei forse provato, ma avendo anche marito, gatto e un’attività già avviata qui in Italia, preferirei lasciare tutto e partire già con il visto E-2 in mano. Anche così, però, il mio consulente mi consiglia vivamente di richiedere comunque il visto B, per la precisione il B-1 (visto business per sei mesi), e così facciamo. Prepariamo tutta la documentazione necessaria, andiamo al Consolato USA a Milano e, nonostante la mia grande ansia nel timore che ce lo neghino, ce lo concedono senza batter ciglio. Oltretutto la validità di questo visto è di dieci anni, nel senso che può essere usato per massimo sei mesi alla volta, anche se non consecutivi, per dieci anni. Diciamo che in questo momento è già un grande sollievo il fatto di non dover più usare l’ESTA per andare negli USA ma di aver questo bel visto B-1 sul passaporto! :-)

Ebbene, come vi dicevo, in questo momento sto ancora lavorando al mio sogno: per la precisione, sto per compilare il modulo di richiesta E-2 con la speranza di essere poi convocata in Ambasciata a Roma e di ricevere questo tanto agognato visto. Speriamo bene! :-)